GENNAIO 2025
Gli Stati Uniti sono un paese che ho avuto modo di conoscere in diverse fasi della mia vita.
Da adolescente ho fatto un viaggio coast to coast, zaino in spalla con due amici del liceo, un’esperienza che mi ha permesso di scoprire sia gli aspetti affascinanti che le contraddizioni di questo immenso paese (la leggenda narra che in quella occasione sono addirittura andato in galera… ma di questa storia, vi racconterò in un’altra occasione :O).
Nel corso degli anni ho esplorato principalmente la West Coast, in particolare la California e il Nevada, ma ho anche vissuto momenti importanti a New York, dove ho chiesto a mia moglie di sposarmi.
Proprio la California e il Nevada sono state poi le mete del nostro viaggio di nozze, con una parentesi alle Hawaii.
Questa volta abbiamo deciso di esplorare una destinazione completamente diversa: la Florida.
Non era mai stata in cima alla nostra lista, forse per i suoi stereotipi turistici o forse perché attratti da luoghi meno “mainstream”. Ma il richiamo del clima caldo e del mare, soprattutto durante l’inverno, ci ha convinto.
Ecco il racconto del nostro viaggio (io, mia moglie e tre bambini di 12, 10 e 6 anni) dal 25 dicembre al 7 gennaio.
Partenza e arrivo in Florida
Partire il 25 dicembre ha avuto i suoi vantaggi: i voli erano più economici.
Avevamo prenotato un SUV medio per esplorare comodamente la Florida, ma arrivati all’autonoleggio, ci siamo trovati a dover scegliere tra una macchina elettrica e un minivan.
Dopo un’estate trascorsa con successo alla guida di un camper, ho optato per il minivan, che si è rivelato comodissimo: ibrido, spazioso e con consumi ridotti. Importante ricordarsi, se doveste prendere una automobile in Florida, di acquistare il sunpass (il bollo per pagare l’autostrada) al primo benzinaio che incontrate. Evitate gli abbonamenti che vi proporrà l’autonoleggio, decisamente sconvenienti.
Prima tappa del nostro viaggio in Florida: Miami
Miami, con il suo clima ideale, ci ha accolti il 26 dicembre. Nonostante non fossimo particolarmente attratti dalla città, ci siamo dovuti ricredere scoprendo una metropoli variegata e sorprendente.
Per ottimizzare le nostre esplorazioni, abbiamo scelto strategicamente un hotel vicino all’aeroporto. La scelta si è rivelata vincente: colazione e parcheggio inclusi ci hanno permesso di risparmiare (i parcheggi a Miami hanno prezzi davvero elevati) e di muoverci con maggiore flessibilità.
South Beach non è solo la classica spiaggia da cartolina, ma un luogo vivace dove sport e relax si mescolano perfettamente. Qui abbiamo trascorso un pomeriggio memorabile giocando a beach volley, ammirando le iconiche casette art déco colorate e osservando il via vai di persone di ogni tipo, dai surfisti agli aspiranti modelli in cerca del perfetto scatto Instagram.
Wynwood è stata la vera rivelazione: un quartiere che fino a pochi anni fa era considerato malfamato e che oggi è diventato il cuore artistico della città.
Camminare tra i suoi murales è come visitare un museo a cielo aperto.
Ogni angolo racconta una storia diversa, ogni muro è una tela per artisti di strada provenienti da tutto il mondo. I bambini sono rimasti affascinati soprattutto dal Wynwood Walls, un vero e proprio parco dedicato alla street art, dove abbiamo anche provato a fare i nostri disegni su un muro preparato ad hoc per noi principianti :-). Nota di servizio: se cercate una buona pizza, imperdibile una sosta da Fradiavolo, nel cuore pulsante di Wynwood.
Brickell ci ha mostrato il volto più moderno e lussuoso di Miami: grattacieli scintillanti, ristoranti alla moda e centri commerciali di lusso. Vederla di notte è stato un modo per rifarci gli occhi. Un contrasto interessante con il resto della città, che ci ha fatto capire quanto Miami sia una città di contrasti e diversità.
La Downtown, con i suoi musei e la sua vivace atmosfera urbana, ci ha sorpreso per la sua vitalità. Purtroppo non abbiamo avuto tempo per vedere l’interessante il Frost Museum of Science, dove i bambini avrebbero potuto esplorare exhibit interattivi e ammirare l’acquario del piano superiore.
Key Biscayne è stata una piacevole scoperta: una spiaggia più tranquilla rispetto a South Beach, anche se nei giorni della nostra visita il vento forte non ci ha permesso di godercela appieno. Il faro di Cape Florida e il parco statale circostante offrono uno spaccato della Florida più naturale e meno turistica.
Gli Everglades e le Keys
Il 27 dicembre ci siamo immersi nell’incredibile ecosistema degli Everglades, il più grande parco nazionale subtropicale degli Stati Uniti. L’esperienza sull’airboat è stata indimenticabile: sfrecciare sull’acqua tra le alte erbe, con il rumore assordante delle eliche, ci ha fatto sentire come esploratori alla scoperta di un mondo selvaggio.
Il safari tra i coccodrilli (anzi, alligatori!) è stato il momento clou: questi antichi predatori, che possono raggiungere dimensioni impressionanti, vivono qui nel loro habitat naturale. La guida ci ha spiegato come gli Everglades siano un ecosistema unico al mondo, una “fiume di erba” che scorre lentamente dal lago Okeechobee fino al Golfo del Messico. Oltre ai coccodrilli, abbiamo avvistato numerosi uccelli acquatici, tartarughe e persino un serpente che ha strisciato su un piede di Giacomo….
Il 28 siamo partiti alla scoperta delle Florida Keys, un arcipelago di oltre 1700 isole che si estende per circa 180 chilometri nell’Oceano Atlantico. Il nostro piano originale era ambizioso: percorrere la famosa Overseas Highway, considerata una delle strade panoramiche più belle d’America, fino a Key West. Questa strada è un’opera d’ingegneria impressionante che collega le isole attraverso 42 ponti, offrendo viste mozzafiato sull’oceano da entrambi i lati.
Purtroppo, il maltempo ha deciso di metterci lo zampino.
La pioggia tropicale, intensa e persistente, ci ha impedito di godere delle bellezze di Marathon, famosa per le sue spiagge e per il Turtle Hospital, un centro di recupero per tartarughe marine che avremmo voluto visitare. Abbiamo dovuto rinunciare anche a Key West, dove avevamo programmato di visitare la casa di Ernest Hemingway, un edificio coloniale in stile spagnolo dove lo scrittore visse negli anni ’30 e scrisse alcuni dei suoi capolavori.
Tuttavia, come spesso accade nei viaggi, gli imprevisti possono trasformarsi in esperienze memorabili.
Cercando riparo dalla pioggia, ci siamo ritrovati in uno di quegli enormi supermercati americani che sono un mondo a sé. Per i bambini è stata una scoperta affascinante: corridoi infiniti di snack dai gusti più improbabili, bibite di ogni tipo (persino l’acqua aromatizzata in decine di varianti), confezioni formato famiglia che sembrerebbero esagerate anche per un resort. Abbiamo passato quasi due ore a esplorare ogni corsia, commentando le differenze con i nostri supermercati e facendo scorta di snack “esotici” da portare a casa come souvenir.
Cape Canaveral e la NASA
Dopo una breve sosta a Miami per incontrare alcuni amici, la sera del 29 dicembre siamo arrivati a Cape Canaveral, il cuore del programma spaziale americano. Il Kennedy Space Center è molto più di un museo: è un luogo dove la storia dell’esplorazione spaziale prende vita e dove il futuro dei viaggi interplanetari viene progettato ogni giorno.
La visita del 30 dicembre è stata un crescendo di emozioni. Il centro visitatori è organizzato in modo impeccabile, con percorsi tematici che raccontano la storia delle missioni Apollo e dello Space Shuttle. Nel Rocket Garden, un “giardino” all’aperto dove sono esposti i razzi che hanno fatto la storia della NASA, i bambini hanno potuto toccare con mano le dimensioni impressionanti di questi giganti dello spazio.
Una delle esperienze più coinvolgenti è stata la visita alla Space Shuttle Atlantis Exhibition, dove abbiamo ammirato uno vero Space Shuttle. La presentazione multimediale che precede la rivelazione dell’Atlantis è stata la giusta introduzione al momento in cui il muro si è aperto rivelando lo shuttle “sospeso” in modo da sembrare in orbita: i nostri figli, qui, sono proprio restati a bocca aperta (e noi con loro).
Nel simulatore dell’Apollo abbiamo provato l’emozione del decollo: le vibrazioni, i suoni e le sensazioni sono così realistiche da far venire i brividi.
E poi c’è stato il momento (quasi sacrale…) in cui è stato possibile toccare un autentico pezzo di roccia lunare: quel piccolo frammento grigio ha viaggiato nello spazio per 384.000 chilometri prima di arrivare sulla Terra.
Ma il momento più indimenticabile è arrivato nella notte, quando abbiamo assistito al lancio del Falcon 9 di SpaceX. Ci siamo svegliati alle 00:40 appositamente per questo evento. Vedere il razzo illuminare il cielo notturno, sentire il boato dei motori e osservare la scia luminosa che si perdeva nell’oscurità è stata un’esperienza che ha lasciato tutti senza parole.
Il viaggio in Florida continua: Orlando e i parchi Disney
Dal 31 dicembre al 4 gennaio ci siamo immersi nei parchi di Orlando. Anche se inizialmente scettici, io e Giulia abbiamo deciso di vivere questa avventura per i bambini. I ricordi di questa esperienza resteranno nel cuore dei nostri figli, ma un po’ anche in quelli di noi adulti, dato che abbiamo superato brillantemente le nostre paure delle montagne russe (ne abbiamo fatte ogni giorno e di ogni tipo, includendo la piccola Elisa che a 6 anni ha dimostrato di essere un’amante dell’adrenalina ;-)).
La notte di Capodanno è stata particolare: il fuso orario ha giocato un ruolo importante e i bambini, stanchi dalla giornata intensa, si sono addormentati prima di mezzanotte. Li abbiamo svegliati per fargli vedere i fuochi d’artificio davanti al castello di Magic Kingdom, uno spettacolo che ha reso magico l’inizio del nuovo anno nonostante gli occhi ancora assonnati.
Problema code: sono state lunghe (alcune giostre avevano anche più di due ore di attesa), le abbiamo gestite in due modi.
In primis, dormendo in uno dei resort interni al parco (questo ci ha permesso di accedere a tutte le giostro 30 minuti prima dell’apertura del parco e averle solo per noi).
Poi grazie all’app “Indovina la parola!”, un gioco da scaricare sul cellulare e fare tutti assieme nell’attesa del turno, dove fondamentalmente occorre mimare delle parole per farle indovinare ai propri compagni di squadra. Con questo espediente “salva vita”, siamo riusciti a trasformare l’attesa in momenti di divertimento familiare.
Il salta coda, dato che il parco era super pieno, ci è servito a poco. L’abbiamo preso solo il primo giorno ma le giostre più gettonate erano comunque non prenotabili in anticipo, e la coda dovevi fartela lo stesso.
Dei 6 parchi di Disneyword orlando abbiamo visitato questi 4;
- Magic Kingdom: il classico parco Disney, reso speciale dai fuochi di Capodanno
- Animal Kingdom: il mio preferito, per l’atmosfera legata al mondo animale
- Epcot: interessante e futuristico
- Hollywood Studios: il più votato dalla mia famiglia (sì, a fine vacanza abbiamo fatto le classifiche) per via delle ambientazioni spettacolari, soprattutto nell’area dedicata a Star Wars
L’arte e l’architettura di Chicago
Il 4 gennaio siamo volati a Chicago, dove il freddo pungente non ci ha impedito di esplorare questa città straordinaria. La Willis Tower ci ha regalato un’esperienza mozzafiato: lo Skydeck al 103º piano, dove abbiamo sfidato le vertigini sul “The Ledge”, un balcone di vetro sospeso nel vuoto che si estende fuori dall’edificio. I bambini, ancora una volta, non hanno mostrato alcuna esitazione 🙂
Il Millennium Park ci ha accolto con il famoso “Cloud Gate”, meglio conosciuto come “The Bean” (il fagiolo). Quest’opera di Anish Kapoor, che ho imparato ad amare anni fa in una mostra a Londra, connette magicamente cielo e terra attraverso le sue superfici specchiate.
Una delle esperienze più surreali è stata la passeggiata sul Lake Michigan ghiacciato, grazie allo spettacolo incredibile del ghiaccio che si fondeva con la sabbia.
La città ci ha sorpreso con la sua ricchezza artistica. Abbiamo ammirato il “Flamingo” di Alexander Calder, una vibrante scultura rossa nella Federal Plaza, e la curiosa “Living World Series: Gentlemen” di Ju Ming presso l’hotel Langham, con i suoi uomini d’affari sotto gli ombrelli. Anche “Back of a Snowman” di Gary Hume nei pressi della Crown Fountain ha catturato la nostra attenzione, anche se con reazioni contrastanti.
Riflessioni finali sul nostro viaggio in Florida
La Florida non era nella nostra lista di viaggi prioritari, ma ci ha sorpreso positivamente. Il clima è stato una delle cose migliori, e Miami, con la sua varietà, è una città che merita di essere visitata. Disney è un’avventura unica e magica, ideale da fare almeno una volta nella vita. Chicago, nonostante il gelo, ci ha lasciato un ricordo indelebile.
Per organizzare questo viaggio, mi sono appoggiato a un tour operator specializzato, che ci ha aiutato a organizzare tutto in breve tempo (un mesetto) e soprattutto a costi contenuti rispetto a qualsiasi offerta avessi trovato online.
E voi? Siete mai stati in Florida? Avete mai pensato di visitarla?
Raccontatemi le vostre esperienze o i vostri sogni di viaggio nei commenti 😉

P.S. Questo post fa parte della serie “Viaggi in Famiglia”. Come psicologo, so quanto le esperienze condivise siano fondamentali per la crescita e il benessere familiare. Nel mio blog, oltre a contenuti professionali, condivido questi itinerari per ispirare chi cerca idee di viaggio diverse dal solito. Vi invito, quando possibile, a vivere il maggior numero di esperienze insieme ai vostri cari – sono i mattoni con cui costruiamo i nostri ricordi più preziosi.
P.P.S Per restare aggiornato sulle mie riflessioni, iscriviti alle MazzuNotes del venerdì 🙂