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maggio 2025
Durante un recente viaggio che ho fatto in Giappone, ho toccato con mano quello che è il metodo più potente in assoluto per trasmettere i propri valori agli altri.
Se ti va di leggere l’itinerario che abbiamo seguito, ho scritto un articolo a riguardo, lo trovi qui 😉
È accaduta, infatti, un’esperienza che mi ha toccato proprio alla fine di un soggiorno in un ryokan tradizionale.
Per chi non lo sapesse, i ryokan sono locande giapponesi dove si dorme sui futon, si indossano gli yukata (dei kimono leggeri), e si mangia cibo tipico servito con estrema cura e precisione.
È un’esperienza molto bella ed educativa, perché in fin dei conti vivi per tutto il soggiorno esattamente come la tradizione degli antichi giapponesi suggeriva (inclusa la colazione tradizionale a base di pesce secco, uova crude, ramen ghiacciati e altre pietanze per me immangiabili di primo mattino :-)).
Ma ciò che mi ha davvero toccato non è stato tanto il soggiorno in sé, quanto il momento del nostro addio.
Quando è giunto il momento di partire, invece del classico saluto formale che mi sarei aspettato, metà dello staff del ryokan è uscito ad accompagnarci ai taxi, salutandoci con inchini profondi e sorrisi sinceri.
“Sayonara,” ripetevano, e nei loro volti traspariva una gioia autentica.
Questo semplice gesto mi ha commosso profondamente.
In quel momento ho sentito un nodo alla gola e un calore diffondersi nel petto.
È stato inaspettato, potente, emozionante.
La cultura del servizio senza ricompensa
Un elemento che rende ancora più significativo questo gesto è la peculiarità culturale giapponese riguardo alle mance.
In Giappone, a differenza di molti paesi occidentali, offrire una mancia è considerato addirittura scortese.
Non è un’esagerazione: se provi a lasciare una mancia, spesso ti rincorrono per restituirtela.
Prendersi cura dell’ospite non è un servizio extra da ricompensare, ma un valore intrinseco al loro modo di essere.
Lo staff non si aspettava alcuna ricompensa materiale: stavano semplicemente praticando l’omotenashi, l’arte giapponese dell’ospitalità. Questa, trascende il semplice servizio per diventare un’espressione autentica di un valore profondamente radicato nella loro cultura.
Quando le emozioni rivelano i valori
Nel mio libro “86.400”, parlo proprio di come le emozioni intense che vivi, come quella che mi ha preso alla sprovvista mentre lo staff del ryokan mi salutava, siano la via d’accesso principale per mettere a fuoco i tuoi valori più profondi.
Le emozioni forti sono come segnali luminosi che ci dicono: “Hey, qui c’è qualcosa di importante per te!“.
Così, nei giorni successivi, mi sono interrogato per comprendere cosa avesse provocato quella commozione.
A quale dei miei valori quel gesto così semplice aveva fatto vibrare le corde più profonde?
Era in parte il valore dell’aiuto, che per me è fondamentale.
Vedere quelle persone dedicarsi così sinceramente al benessere degli ospiti mi ha colpito.
Era anche il valore della famiglia, perché in quel momento ho sentito come se stessimo lasciando non un hotel, ma una casa dove eravamo stati accolti come parte di una famiglia allargata.
Ma forse in quell’emozione che vivevo non c’erano solo delle informazioni sui miei valori, ma anche su quelli dello staff del ryokan.
La chiave per trasmettere i valori agli altri
Mi sono reso conto che quella commozione nasceva dall’autenticità con cui quelle persone vivevano il valore della cura.
Non stavano recitando un copione aziendale o seguendo un protocollo imposto – stavano genuinamente esprimendo qualcosa in cui credevano profondamente.
E qui sta la lezione più importante che ho portato a casa dal Giappone: se vuoi trasmettere i tuoi valori agli altri – che siano i tuoi figli, collaboratori, o persone care – non servono lunghi discorsi o lezioni formali.
Ciò che serve è impersonificare quei valori con sincerità e coerenza.
Molti genitori si chiedono come trasmettere ai figli il valore della gentilezza, del rispetto o della perseveranza.
Molti leader aziendali cercano il modo migliore per far sì che il team abbracci i valori organizzativi. La risposta è sorprendentemente semplice: viverli in prima persona, in modo autentico e senza compromessi.
L’impatto dei valori vissuti autenticamente
L’autenticità con cui lo staff del ryokan viveva il valore della cura ha avuto un effetto potente su di me: mi ha fatto riconsiderare quel valore sotto una luce nuova. La cura, che non faceva parte della mia costellazione valoriale (ovvero i valori più importanti in una data fase di vita), ha acquisito una nuova dimensione, una nuova sfumatura che prima non vedevo.
È questo l’effetto che si ottiene quando si vive autenticamente secondo i propri valori: non si sta solo cercando di convincere qualcuno dell’importanza di un principio, ma lo si sta facendo vibrare, risuonare con quel principio a un livello profondo ed emotivo.
Quando un genitore dimostra costantemente coraggio nelle piccole sfide quotidiane, riesce a trasmettere i propri valori, tra cui appunto il coraggio, ai figli molto più efficacemente di qualsiasi discorso.
Quando un leader agisce con integrità anche quando sarebbe più facile prendere scorciatoie, comunica l’importanza dell’integrità al suo team in modo indelebile.
La potenza della coerenza nel trasmettere i propri valori
Ciò che rende particolarmente efficace questo metodo di trasmissione dei valori è la coerenza.
Il personale del ryokan non era “gentile a giorni alterni” o “premuroso solo con i clienti più importanti”. Il loro comportamento rifletteva un impegno costante verso il valore della cura.
Questa coerenza rafforza il messaggio e lo rende credibile. Quando viviamo i nostri valori in modo costante e autentico, senza “interruzioni di servizio”, creiamo un modello che gli altri possono osservare, comprendere e, potenzialmente, fare proprio.
Sebbene l’esperienza sia avvenuta in Giappone, la lezione che ne ho tratto è universale:
I valori più potenti sono quelli vissuti, non quelli proclamati.
Se desideri che i tuoi figli apprezzino l’onestà, sii onesto.
Se vuoi che il tuo team valorizzi l’innovazione, sii il primo a pensare fuori dagli schemi.
Se vuoi che il tuo partner riconosca l’importanza della comunicazione aperta, praticala tu per primo.
E ricorda che non serve essere perfetti – l’autenticità non è perfezione. Significa piuttosto essere veri, essere coerenti con ciò in cui si crede, anche quando è difficile o scomodo.
Conclusione
Tornando a casa dal Giappone, ho portato con me non solo ricordi di paesaggi mozzafiato e cibo delizioso (eccetto forse il pesce essicato a colazione), ma anche questa profonda convinzione:
Per trasmettere i tuoi valori,
devi viverli autenticamente.
Quel semplice “Sayonara” accompagnato da inchini profondi e sorrisi genuini mi ha insegnato più sulla trasmissione dei valori di quanto avrebbero potuto fare mille trattati di psicologia o pedagogia.
Perché alla fine, non sono tanto le parole che usiamo a influenzare gli altri, ma il modo in cui viviamo.
Non è ciò che diciamo,
ma ciò che facciamo – e l’autenticità con cui lo facciamo – che lascia un’impronta duratura nei cuori altrui.
Sayonara, amici del ryokan. La vostra lezione sulla potenza dei valori vissuti con autenticità rimarrà con me molto più a lungo del vostro meraviglioso tè verde.

Christelle
Buongiorno Luca;
Grazie per aver condiviso, con me, con noi tutti la sua esperienza!
Trovo affascinante il suo modo di osservare il mondo, in grande ma soprattutto in piccolo e ancora in diverse chiavi.
Lei trova l’ispirazione in tutto ciò che la circonda, apprezzo molto la sua caratteristica e quello che in me suscita.
Fortunatamente spesso mi sento ispirata anche io, a volte da un paesaggio altre da gesti fatti da animali o persone e che come dice lei “mi scaldano il cuore”, trovo che anche le frasi o i termini riescano a risvegliare, a muovere qualcosa dentro, ad esempio mi sono sentita emozionata nel leggere “…lo si sta facendo vibrare” .
Non voglio annoiarla con i miei commenti, semplicemente colgo l’occasione per farle sapere che da oggi ha una fan in più.
Le auguro una buona giornata!
Christelle
Luca Mazzucchelli
Grazie di cuore Christelle,
non a caso la parola chiave dei prossimi BeMore Days (15-16 novembre, teatro dal verme Milano) sarà proprio BeMore Inspired 🙂
A presto
Luca
LUIGI VACCARO
CON TRISTEZZA OSSERVO QUOTIDIANAMENTE CHE L’ IMPOSTAZIONE DATA DA UN SISTEMA CHE IN UN MODO O NELL’ ALTRO CONDIZIONA LE NOSTRE VITE PERCHE’ NESSUNO DI NOI E’ LIBERO VERAMENTE E’ PALESEMENTE BASATA SUL PREZZO DI OGNI COSA E NON PIU’ SUL SUO VALORE MENTRE IL MONDO DEI NOSTRI GENITORI CHE A FATICA HANNO DATO A NOI UNA EDUCAZIONE ERA ESATTAMENTE L’ OPPOSTO CIOE’ I VALORI PER PRIMA COSA QUINDI SIAMO SEMPRE MENO A GODERE DEL BELLO DELL’ ONESTA’ DELLA SINCERITA’ DELLA NOBILTA’
D’ ANIMO CHE NESSUNO TI PUO’ COMPRARE SE NON VUOI SVENDERLA ! SONO FELICE PER LA TUA ESPERIENZA CHE DIMOSTRA COME L’ ECCEZIONE CONFERMA LA REGOLA ! UN CARO SALUTO
Luca Mazzucchelli
Caro Luigi,
Lavoriamo per dare il buon esempio e cercare di invertire questa tendenza.
Un abbraccio
Luca
Sara
Carissimo Luca,
Grazie per questo tuo post, é arrivato al cuore piu di qualsiasi altro bellissimo, glorioso post parto altro di crescita personale.
Sto facendo un grosso lavoro sui miei valori ed alcuni dei quali mi portano in Giappone, metà che vorrei visitare da anni (dovevo visitarlo nel 2020 ma ahimè la pandemia mi ha bloccato, Sará questione di tempo e ci andremo in 4 e non i 2😊).
Le emozioni nel leggerti sono così forti che non sento dolore fisico e neppure lo stimolo della pipí, senza mezzi termini come si dice!
Mi sento in una bolla in connessione con le mie emozioni, valori.
Grazie 😍
Luca Mazzucchelli
grazie sara
e un grande in bocca al lupo per la tua nuova fase di vita 🙂
Luca
Andrea
Il vivere le cose profondamente è un insegnamento ricevuto da mio padre che a sua volta lo ricevette dallas cuola politica frequentata in gioventù. Quanto descritto in questa pagina è ciò in cui credevano e che vivevano anche politicamente persone come Aldo moro, Degasperi ecc.
Purtroppo noto che oggi tali valori e il viverli veramente si è perso in molti settori, non solo quello politico.
Ho conosciuto manager che trattano male i collaboratori, vivendo su due piani differenti il lavoro e la vita, non rendendosi conto dei danni che fanno alla loro azienda.
Magari molti tornassero a vivere secondo principi migliori, credendoci profondamente.
Luca Mazzucchelli
Concordo: sono i vertici che dovrebbero dare il buon esempio.
In loro mancanza, toccherà farlo a noi 🙂
grazie e a presto
Luca