APRILE 2024

New York è una di quelle città che ti resta nel cuore.
Ci ero stato da bambino con mio padre, poi sono tornato per chiedere a mia moglie di sposarmi, e ora eccomi qui con i miei tre figli (11, 9 e 5 anni).

È una città che tutti abbiamo visto mille volte nei film, eppure vederla dal vivo è un’emozione completamente diversa.

Uno dei ricordi più vividi della mia infanzia? Non riuscire a vedere il cielo a meno di non piegare la testa all’indietro. E ora, vedere i miei figli fare la stessa scoperta è stato come chiudere un cerchio.

Pianificazione e logistica del nostro viaggio

Siamo andati a New York per 8 giorni pieni, dal 29 marzo al 7 aprile 2024, periodo rivelatosi perfetto per assistere al blooming dei ciliegi che ha trasformato la città in un dipinto rosa e bianco. Faceva ancora freddo (tanto da dover comprare dei guanti in loco) e il vento era persistente. Per giunta, la pioggia è stata abbastanza insistente per un paio di giorni.

Per alloggiare ho scelto l’Home2 Suites By Hilton nel quartiere Astoria, Long Island City. Una scelta complessivamente economica se paragonata alle proposte di Manhattan centro, e comunque strategica per esplorare la città, perché ben collegata con la metropolitana e i vari mezzi di superficie al resto della città.

Per muoverci, comunque, abbiamo prediletto le camminate, così da assorbire al massimo l’atmosfera della città: per Elisa, la più piccola, avevamo previsto il passeggino che però si è rotto proprio il giorno prima della partenza.

A prescindere da come tu deciderai di pianificare il tuo viaggio, ti mio consiglio di prenotare le attrazioni principali con largo anticipo (noi l’abbiamo fatto un mese prima) e di prendere su Amazon una SIM card da inserire nel tuo cellulare, così che tu possa avere internet 24h e consultare siti, mappe e le tue solite app (questa quella che ho preso io, super funzionale).

Per organizzare questo itinerario mi sono affidato come spesso faccio alle guide Lonely Planet e Routard, integrate con alcuni profili Instagram specializzati (ad esempio quello della brava Giada Pellizzari).

Diario di Viaggio

Giorno 1: Aereo e arrivo in albergo

Siamo arrivati la notte ed eravamo tutti abbastanza cotti dal viaggio. Pertanto abbiamo pensato solo alla sistemazione in hotel, disfare le valigie e metterci a letto, in modo da avere energie per il nostro primo giorno nella grande mela.

Giorno 2: Midtown Manhattan e Central Park

La nostra prima vera giornata newyorkese è iniziata con l’iconica Times Square, cuore pulsante di Midtown Manhattan. Arriviamo di mattina, quando la piazza mostra un volto completamente diverso da quello notturno che tutti conosciamo. I grandi schermi sono ancora accesi, ma la luce del sole li rende meno dominanti, permettendo di apprezzare meglio l’architettura circostante.
La nostra prima tappa è da Krispy Kreme, dove ci fermiamo per assaggiare le loro famose ciambelle. Non è solo una sosta golosa: il negozio offre uno spettacolo interessante con la sua “catena di produzione” a vista, dove si possono osservare le ciambelle che vengono preparate e glassate in tempo reale.

Ci spostiamo poi verso Bryant Park, un’oasi di tranquillità incastonata tra i grattacieli. Il posto è molto bello, e abbiamo trovato tanti local con la scacchiera che chiedevano di essere sfidati. Giacomo (che nonostante la giovane età è andato ai campionati nazionali per due anni di fila) accoglie la sfida. Ma il tizio è veramente forte e la partita non ha storia. Poco male, la bellezza di aver interagito con un Newyorkese ci ha fatto piacere.

vacanza a New York Bryant Park

A mezzogiorno abbiamo prenotato la salita al Top of the Rock, l’osservatorio del Rockefeller Center. L’ascensore, che copre 69 piani in meno di un minuto, è un’esperienza in sé, con il suo soffitto trasparente che permette di vedere la corsa verso l’alto. La vista dall’osservatorio è straordinaria: da un lato Central Park si estende come un immenso tappeto verde, dall’altro l’Empire State Building si staglia contro lo skyline di Manhattan. È qui che realizziamo davvero di essere a New York.

Per il pranzo scopriamo una soluzione pratica ed economica: Whole Foods Market vicino a Central Park. Il sistema è efficiente: si prende un contenitore e si sceglie tra una varietà di opzioni al banco self-service, pagando in base al peso. Decidiamo di fare un pic-nic nel parco, un’esperienza resa ancora più unica dalla presenza di scoiattoli curiosi che si avvicinano mentre mangiamo. Per altro, Central Park ci accoglie nel suo momento migliore: i ciliegi sono in fiore, creando archi naturali di petali rosa e bianchi sopra i sentieri. Esploriamo Cherry Hills, dove la fioritura è spettacolare e i bambini trovano il loro spazio al playground di Billy Johnson, un’area giochi bellissima e ben integrata nel paesaggio naturale del parco.

vacanza a New York Central Park

Il pomeriggio lo dedichiamo alla Fifth Avenue. Facciamo tappa nei negozi iconici, tra cui il LEGO Store, dove i bambini si perdono tra le costruzioni esposte, e il grande magazzino FAO Schwarz, dove non resistiamo alla tentazione di suonare qualche nota sul famoso pianoforte gigante, lo stesso reso celebre dal film “Big”.

Concludiamo la giornata tornando a Times Square, questa volta per vederla nel suo massimo splendore notturno. Le luci dei cartelloni pubblicitari creano un effetto ancora più forte dopo il tramonto, trasformando completamente l’atmosfera del luogo.

Giorno 3: Lower Manhattan, Memorial 9/11 e Financial district

Iniziamo il secondo giorno a New York con la visita del Memorial 11/9, che si è rivelata un’esperienza intensa e commovente, forse quella che più mi è rimasta nel cuore tra le tante cose belle viste in questo viaggio. Prima di entrare nel museo, ci fermiamo alle due enormi vasche, costruite sulle impronte delle Torri Gemelle. L’acqua che scende nelle profondità crea un effetto ipnotico, mentre i nomi delle vittime incisi sul bordo rendono tangibile la dimensione umana della tragedia.

La visita del museo è stata una decisione sulla quale io e mia moglie ci siamo interrogati: sarà adatto alla loro età (11, 9 e 5 anni)? L’esperienza si è rivelata educativa e gestibile: le registrazioni delle voci delle persone sugli aerei dirottati, i video di quel giorno, gli oggetti personali recuperati raccontano la storia in modo rispettoso e comprensibile. Certo, la visita non li ha lasciati indifferenti, ma conoscere è necessario ed è in fin dei conti uno dei motivi per cui facciamo tanti viaggi assieme a loro. L’architettura della zona è impressionante: la Freedom Tower che si staglia nel cielo e l’Oculus di Calatrava, con il suo design che ricorda ali bianche, creano uno splendido ponte tra il ricordo e la rinascita.

Nel pomeriggio ci spostiamo verso South Street Seaport, un’area che ha saputo reinventarsi dopo anni di declino. Il quartiere mantiene il suo fascino storico con i vecchi edifici in mattoni rossi, ma ospita ora negozi contemporanei e ristoranti alla moda. Il Pier 17, completamente rinnovato, offre una vista spettacolare sul Ponte di Brooklyn.

Pranziamo al Time Out Market, scegliendo di provare tra i vari food counter che offrono cucine da tutto il mondo uno che prepara degli ottimi Bagel. La terrazza all’ultimo piano regala una delle viste migliori sul ponte e sullo skyline di Manhattan.

Nel pomeriggio tocca a lei: la Statua della Libertà (ps: ci ho anche scritto un articolo qui: https://www.lucamazzucchelli.com/liberta-o-responsabilita/). Invece di prendere i costosi tour per vederla, optiamo per il traghetto gratuito per Staten Island. Il viaggio di 25 minuti offre viste spettacolari sulla statua e sullo skyline di Lower Manhattan (mi raccomando di posizionarsi sul lato destro all’andata e sinistra al ritorno per la migliore vista sulla Statua della Libertà). I bambini sono entusiasti di vedere la città dal mare, e il fatto che usiamo un mezzo di trasporto quotidiano per i pendolari aggiunge autenticità all’esperienza.

Giorno 4: Coney Island sotto la Pioggia

Il mio programma originale della terza giornata a New York prevedeva una giornata di sole a Coney Island. Ma New York ha deciso diversamente. La pioggia ci accompagna fin dal mattino, ma decidiamo di non cambiare i nostri piani. Il viaggio in metropolitana da Manhattan richiede circa un’ora, con la particolarità che, superato l’East River, i binari diventano sopraelevati, offrendo una prospettiva interessante sulla città.

Per iniziare la giornata al coperto, optiamo per una gita dall’acquario di New York, situato proprio sul lungomare di Coney Island. I bambini rimangono affascinati dalla vasca dei piranha e dal tunnel trasparente che attraversa la vasca degli squali: passarci sotto mentre questi predatori nuotano sopra le nostre teste crea un effetto davvero suggestivo. Purtroppo la sezione dedicata alle lontre, è chiusa (mi dicevano che quella era forse l’esperienza più coinvolgente).

Quando usciamo dall’acquario, la pioggia si è trasformata in una leggera pioggerella che, inaspettatamente, regala al Luna Park un’atmosfera quasi poetica. Le giostre bagnate brillano di una luce particolare, e i colori vivaci contrastano con il cielo grigio creando uno scenario surreale. Nonostante il tempo, alcune attrazioni sono aperte e il momento clou è la vittoria di tre enormi peluche dei Pokemon, che ci accompagneranno per il resto del viaggio.

Non si può visitare Coney Island senza fermarsi da Nathan’s Famous. Questo chiosco storico, aperto nel 1916, è famoso per i suoi hot dog e per ospitare ogni 4 luglio la gara mondiale di mangiatori di hot dog. Ci ripariamo sotto la tettoia e assaggiamo questi hot dog leggendari, accompagnati dalle loro famose patatine fritte con la buccia. La ricetta originale, tramandata dal 1916, crea un gusto unico che giustifica la fama del locale.

Chiudiamo il giro di Coney Island con una passeggiata sulla spiaggia. Il lungomare deserto, con le sue insegne vintage e le attrazioni silenziose, offre uno scorcio completamente diverso da quello delle cartoline estive.

Nel viaggio di ritorno verso l’albergo ci fermiamo a Manhattan per visitare Macy’s. Il grande magazzino più famoso d’America.

Giorno 5: I grandi musei

Altra giornata di pioggia, più forte delle precedenti, e qui un po’ di sconforto ci assale. D’altra parte siamo anche un po’ stanchi per la lunga tirata dei giorni precedenti. Decidiamo di fare due musei, e poi di riposare un po’ in albergo.

Così decidiamo di trascorrere la mattinata al Museo di Storia Naturale. L’edificio, maestoso, si staglia sul lato ovest di Central Park. Entrare nella Hall of Saurischian Dinosaurs, con lo scheletro del T-Rex che domina lo spazio, crea subito un effetto wow nei bambini (e non solo :-)). La nostra visita si arricchisce con le esperienze immersive e interattive che avevamo prenotato come extra, che ci hanno permesso di sentirci parte attiva dell’esplorazione invece che semplici osservatori. E poi c’è stata la Hall of Ocean Life, con la sua iconica balena blu a grandezza naturale sospesa dal soffitto: uno dei momenti più belli della visita.

Nel pomeriggio ci spostiamo al MoMA (Museum of Modern Art). La transizione da dinosauri a Picasso potrebbe sembrare ardita, ma il museo complessivamente è stato interessante anche per i più piccoli. Iniziamo dal quinto piano, dove sono esposte le opere più iconiche, seguendo il consiglio del personale. Davanti a “La Notte Stellata” di Van Gogh ci fermiamo a lungo, ma sono diverse le opere curiose e iconiche che si possono trovare nel museo.

Segnalo la pausa merenda mangiando i biscotti di Levain Bakery, che non possiamo certo definire dietetici, ma il cui sapore è stato qualcosa di unico.

Giorno 6: Brooklyn e Roosevelt Island

Il sesto giorno di vacanza è dedicato a Brooklyn e Roosevelt Island. Arriviamo con la subway all’inizio del ponte e lo attraversiamo a piedi. La passeggiata di circa 1,8 chilometri offre viste spettacolari su Manhattan e sul porto. I cavi del ponte creano giochi geometrici contro il cielo, mentre i piloni in pietra calcarea e granito raccontano più di 130 anni di storia newyorkese. Arriviamo quindi a DUMBO (Down Under Manhattan Bridge Overpass), che ci accoglie con il suo fascino post-industriale. Gli antichi magazzini in mattoni rossi sono stati convertiti in loft di lusso, gallerie d’arte e spazi creativi. Il pranzo lo facciamo al Time Out Market, un food hall ricavato in un vecchio edificio industriale. Saliamo sul rooftop, dove i tavoli all’aperto offrono una vista panoramica su Manhattan (sì, siamo sempre alla ricerca di bei panorami da vedere e fotografare :-)).

Il parco che si estende lungo il fiume Est è un esempio perfetto di riqualificazione urbana. Camminiamo tra vecchi moli trasformati in aree verdi, campi sportivi e parchi giochi. I bambini si divertono sul Jane’s Carousel, una giostra restaurata degli anni ’20 protetta da una struttura in vetro che riflette lo skyline di Manhattan.

Nel pomeriggio ci spostiamo verso Roosevelt Island prendendo la suggestiva tramvia che sorvola l’East River. Il viaggio in cabinovia dura pochi minuti ma regala una prospettiva unica sulla città. “Volare” sopra il fiume, con Manhattan da un lato e Queens dall’altro, è un’esperienza emozionante. Su Roosevelt Island vivo un momento particolare: incontro la mia insegnante di inglese, che finalmente vedo dal vivo dopo due anni di lezioni online. L’isola si rivela una piacevole sorpresa. Lunga e stretta, offre una prospettiva unica su Manhattan. I ciliegi in fiore creano un’atmosfera quasi giapponese, mentre il parco tranquillo permette una pausa dal ritmo frenetico della città. Camminiamo fino al Franklin D. Roosevelt Four Freedoms Park, all’estremità sud dell’isola.

Infine, da Roosevelt Island prendiamo il traghetto per andare sulla sponda Est, e da li facciamo una lunga camminata nel quartiere di Astoria prima di tornare in albergo.

Giorno 7: Un Terremoto Inaspettato tra Hudson Yards e la High Line…

La giornata è iniziata con un’esperienza inaspettata: mentre facevamo colazione, i nostri cellulari sono squillati e hanno mostrato un testo di allerta terremoto. Per fortuna nulla di grave, anche se abbiamo preferito limitare l’utilizzo della metropolitana e dirigerci a piedi verso Hudson Yards.

Hudson Yards rappresenta il più grande progetto immobiliare privato nella storia degli Stati Uniti. Dove un tempo c’erano solo binari ferroviari, ora si ergono grattacieli avveniristici. The Vessel, la struttura a nido d’ape in rame che domina la piazza centrale, cattura immediatamente l’attenzione. Sebbene non sia più possibile salire sulla struttura a causa di tragici eventi passati, la sua base rimane un punto fotografico interessante e un simbolo di questa nuova area di Manhattan.

E poi abbiamo trovato uno dei vari accessi alla famosa High Line, che rappresenta uno dei migliori esempi di riqualificazione urbana al mondo. Quella che era una linea ferroviaria sopraelevata in disuso è ora un parco lineare che si snoda tra i palazzi per 2,33 chilometri. Iniziamo il percorso da Hudson Yards, dove la struttura si integra perfettamente con l’architettura moderna del quartiere e nel nostro percorso scorgiamo il murales “Tolerance” di Kobra, nascosto tra i palazzi e diverse installazioni artistiche.

Arriviamo così al Chelsea Market, ricavato nell’ex fabbrica dei biscotti Oreo, che è un mercato coperto che offre oltre 50 negozi e punti ristoro.

Il tramonto lo vediamo nella bella Little Island, un parco pubblico galleggiante inaugurato nel 2021. La struttura, sostenuta da “tulipani” di cemento, crea un paesaggio ondulato con viste uniche sull’Hudson River.

Giorno 8: Chianatown, East Village e volo di ritorno

L’ultimo giorno lo abbiamo dedicato all’East Village e Chinatown, cercando di assorbire gli ultimi scorci di questa città incredibile prima del volo di rientro.

Chinatown ci ha abbastanza deluso. Il quartiere, che ha gradualmente inglobato gran parte della storica Little Italy, mostra segni evidenti di cambiamento. Le strade sono animate ma l’atmosfera è molto meno pittoresca di quanto ci aspettassimo.

Molto bella, invece, East Village che rappresenta l’anima alternativa di New York. Questo quartiere, un tempo rifugio di artisti e musicisti, mantiene ancora oggi la sua anima creativa nonostante la riqualificazione cui è andata incontro. Il quartiere è una galleria d’arte a cielo aperto. Murales colorati decorano i muri dei palazzi, testimoniando la vivace scena artistica locale. Passeggiando tra le strade, notiamo come ogni angolo racconti una storia diversa attraverso l’arte di strada. I caratteristici edifici con le scale antincendio esterne in ferro battuto, tipici di New York, qui sono particolarmente fotogenici. Molti palazzi mantengono le loro facciate originali in mattoni rossi, creando un affascinante contrasto con i graffiti moderni.

In serata, il volo di ritorno verso Milano segna la fine di questa avventura newyorkese, lasciandoci con la sensazione di aver esplorato non solo una città, ma molteplici mondi racchiusi in un’unica metropoli.

E tu? Raccontami di un viaggio che ha lasciato il segno nella tua vita nei commenti, ti leggo ;-).

color firma digitale luca mind

P.S. Questo post fa parte della serie “Viaggi in Famiglia”. Come psicologo, so quanto le esperienze condivise siano fondamentali per la crescita e il benessere familiare. Nel mio blog, oltre a contenuti professionali, condivido questi itinerari per ispirare chi cerca idee di viaggio diverse dal solito. Vi invito, quando possibile, a vivere il maggior numero di esperienze insieme ai vostri cari – sono i mattoni con cui costruiamo i nostri ricordi più preziosi.