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20 marzo 2025

L’altro giorno ero a casa con mio figlio, che da qualche anno pratica gli scacchi a livello agonistico.

Mi ha sfidato a una partita lampo – quelle in cui hai solo 3 minuti per completare tutte le tue mosse, e se finisci il tempo, perdi automaticamente.

Alla sua età ero piuttosto bravo e partecipavo anche a tornei. Certo, sono arrugginito dopo tanti anni senza giocare seriamente, quindi mi aspettavo di perdere… ma non in modo così clamoroso. Mi ha letteralmente stracciato, senza la minima pietà.

“Vedi papà,” mi ha detto sorridendo mentre riordinava i pezzi, “nelle partite lampo devi affidarti all’intuito. Tu ragioni troppo, io seguo l’istinto e vinco!”

Questa sua osservazione, unita alla sonora sconfitta, mi ha fatto riflettere: quando è davvero affidabile seguire la propria intuizione? Quando possiamo fidarci di quel famoso “sesto senso” di cui molti parlano? Quando, invece, ci porta fuori strada?

La mia analisi con il senno di poi…

Ripenso a Marco, mio testimone di nozze. Quando l’ho conosciuto la primissima volta mi aveva fatto una buona impressione, ma mai avrei immaginato che sarebbe diventato addirittura testimone di nozze oltre che compagno di mille viaggi e avventure.

Lo stesso vale per Patrick ed Elettra, oggi miei soci in alcune aziende. Non ho avuto alcuna intuizione folgorante al primo incontro che mi suggerisse: “Ecco le persone con cui costruirai il tuo futuro professionale!”.

Anche la prima volta che ho incontrato Giulia, che poi sarebbe diventata mia moglie, non ho avuto l’intuizione che lei sarebbe stata la donna giusta (leggi qui per scoprire qualcosa di più sulla nostra storia: https://www.lucamazzucchelli.com/coppie-che-durano-2-segreti/).

intuizioni donna giustaInsomma, le persone più importanti della mia vita, quelle con cui ho costruito progetti significativi, sono entrate nella mia vita gradualmente, attraverso una costruzione quotidiana del rapporto, basata su stima ed esperienze condivise.

E se parliamo di intuizioni professionali? Anche lì il bilancio parla chiaro. Quando ho scritto il mio primo libro, “Fattore 1%”, la mia intuizione diceva che non avrebbe spostato minimamente il mio business. Mi sbagliavo alla grande: è stato tradotto in 9 lingue, recentemente anche in cinese (!), diventando un pilastro fondamentale del mio percorso professionale.

All’opposto, ci sono stati casi in cui ho preparato prodotti formativi che, secondo la mia intuizione, sarebbero stati delle autentiche bombe sul mercato. Li promuovevo convinto che avrebbero avuto un successo straordinario e poi mi ritrovavo a chiedermi: “Ma come è possibile che si filino così in pochi questa mega opportunità?”

Prova a fare questo esercizio: prendi un foglio e fai una lista di tutti i tuoi buoni amici, quelli veri, quelli che consideri importanti nella tua vita.

Ora, per ognuno di loro, chiediti: avevo previsto dal primo giorno che questa persona sarebbe diventata così importante per me? Avevo avuto quell’intuizione immediata, quel “click” che ti fa dire “questa persona sarà speciale”?

Poi, se vuoi andare più a fondo, pensa a tutte le persone che hai incontrato per la prima volta e che ti avevano fatto un’ottima impressione, tanto da farti pensare “diventeremo grandi amici”. Quante di queste previsioni si sono avverate? E quante persone che inizialmente ti avevano colpito positivamente si sono rivelate deludenti?

Se sei come la maggior parte delle persone che conosco, incluso me stesso, scoprirai che la tua “intuizione sociale” non è poi così affidabile come pensavi.

I due ingredienti per intuizioni affidabili

E allora come la mettiamo? Non dovrei mai fidarmi delle mie intuizioni?

Per capire se puoi fidarti delle tue intuizioni, devi considerare due parametri fondamentali, strettamente collegati l’uno all’altro: quantità di esperienza e quantità di feedback ricevuti.

È un po’ come imparare a giocare a basket.

Quando lanci una palla a canestro, hai la sensazione se sta andando nella giusta direzione o meno.

Come hai acquisito quella sensazione? Ci sei nato? Certo che no.

Giochi a basket per un po’ e ricevi un feedback immediato ogni volta che lanci la palla: è andata quasi bene, un po’ a destra, un po’ a sinistra, troppo lunga, non abbastanza lunga, troppo alta, non abbastanza alta… ti fai un’idea.

Ma dipende tutto dalla quantità di feedback che hai potuto ricevere nel corso della tua esperienza.

E solo se giochi a basket migliaia di volte acquisisci questa intuizione.

Oppure, torniamo agli scacchi: mio figlio ha giocato migliaia di partite lampo e ha ricevuto un feedback immediato dopo ogni mossa (le analizza una alla volta con il suo maestro, o con i programmi online). Questo gli ha permesso di sviluppare un’intuizione (decisamente affidabile, visti i risultati) che si attiva ancora prima che il suo cervello razionale elabori tutte le possibili mosse.

O ancora, pensa ai grandi campioni dello sport; Lewis Hamilton dopo migliaia di ore al volante di auto da corsa, “sente” la macchina in un modo che va oltre il pensiero razionale.

Sofia Goggia, scendendo a oltre 100 km/h su una pista da sci, prende decisioni istantanee su come affrontare un dosso o una curva.

L’intuizione giusta “per natura”…

Certo, dirai tu, ci sono alcune situazioni in cui l’intuizione è affidabile a prescindere.

Ma se ci fai caso sono meno di quanto pensi e principalmente si tratta di reazioni biologiche per cui sei stato programmato.

Per esempio, abbiamo cellule nel nostro cervello particolarmente sensibili alla forma dei serpenti.

Se ne vediamo uno, non abbiamo bisogno di pensare: proviamo immediatamente paura. È un’intuizione istintiva, evolutivamente utile per la sopravvivenza.

Gli uccelli, tra l’altro, hanno relativamente più di queste cellule di noi umani e hanno una paura istintiva dei serpenti ancora più sviluppata.

Ci sono poche altre cose per cui abbiamo intuizioni “cablate” nel nostro cervello, reazioni istantanee che si sono evolute per garantire la nostra sopravvivenza. Ma la maggior parte delle situazioni della vita moderna non rientra in questa categoria.

Le intuizioni nella vita quotidiana: un tiro al buio?

E allora la domanda cui devi rispondere è: quante delle decisioni importanti della tua vita hanno queste caratteristiche? Quante cioè sono maturate alla luce del fatto che hai una vasta esperienza ed elevato numero di feedback attorno a quegli argomenti?

Pensa al tuo lavoro: magari sei un manager che deve decidere chi promuovere nel tuo team. Hai già fatto questa scelta centinaia di volte con un feedback chiaro e immediato? Probabilmente no.

O forse stai valutando un investimento importante. Quanti ne hai già fatti per sviluppare un’intuizione affidabile? E quanto è stato rapido il feedback sulle tue scelte precedenti?

Nel mio studio di psicoterapeuta, ho incontrato pazienti convinti di aver trovato “l’anima gemella” dopo un unico incontro, per poi scoprire mesi dopo che quella persona era completamente diversa da come l’avevano immaginata.

La verità è che per la maggior parte delle decisioni importanti della vita – cambiare lavoro, sposarsi, comprare casa, fare un investimento – non abbiamo né l’esperienza ripetuta né il feedback immediato necessari per sviluppare intuizioni affidabili.

Intuizione affidabile o estrazione della lotteria?

Quando ti fidi della tua intuizione in ambiti dove non hai esperienza significativa, è un po’ come girare la ruota della fortuna: potresti azzeccarci, come no. Le probabilità non sono a tuo favore.

E allora cosa fare? Fermati un attimo. Analizza i dati a tua disposizione. Parla con chi ha più esperienza di te in quel campo. Rifletti sui pro e contro. E solo dopo prendi la tua decisione.

Non sto dicendo che devi diventare un computer ambulante, analizzando freddamente ogni scelta con fogli di calcolo. Ma che dovresti dare meno peso a quella sensazione di pancia quando si tratta di decisioni per cui non hai maturato migliaia di esperienze precedenti.

Coltivare un sano dubbio…

Ovviamente puoi decidere se affidarti o non affidarti alle tue intuizioni in tutta libertà. Nel farlo, però, ti invito a chiederti: l’esperienza che ho accumulato su questo argomento, è tale da aver affinato a sufficienza il mio intuito? Se la risposta è sì, le probabilità che deciderai bene sono a tuo favore. Se la risposta è “no”, potrai anche decidere di seguire ugualmente l’intuito, ma almeno con la consapevolezza che aumentano le tue probabilità di fallimento.

Coltivare un sano dubbio, insomma, rispetto a ciò che pensiamo essere giusto o sbagliato, è sempre una buona idea.

Per tornare a mio figlio e agli scacchi: nelle partite lampo, la sua intuizione è affidabile perché ha giocato migliaia di partite. Ma quando deve prendere una decisione importante su qualcosa che non ha mai fatto prima, gli insegno a prendersi il tempo per riflettere, raccogliere informazioni e solo poi decidere.

Oltre l’intuizione: il potere dell’ispirazione

Ma c’è un elemento che può elevare le nostre intuizioni e portarle a un livello superiore: l’ispirazione.

L’intuizione spesso si nutre dell’esperienza passata, l’ispirazione tende a orientarci verso il futuro. L’intuizione ci guida basandosi su schemi conosciuti, l’ispirazione ci invita a esplorare nuove possibilità. L’intuizione opera spesso in modo silenzioso e automatico, l’ispirazione tende a manifestarsi come una scintilla riconoscibile che accende la nostra creatività.

In un mondo sempre più complesso e in rapido cambiamento, affidarsi solo all’intuizione non basta. Abbiamo bisogno di fonti di ispirazione che ci aiutino a pensare in modo diverso, a espandere i nostri orizzonti, a immaginare possibilità che vanno oltre la nostra esperienza diretta.

È con questa convinzione che ho organizzato i prossimi BeMore Days, che si terranno il 15 e 16 novembre al Teatro Dal Verme di Milano. Il tema di quest’anno sarà “BeMore Inspired”: due giorni interamente dedicati a esplorare le fonti dell’ispirazione e come possiamo usarla per trasformare la nostra vita e quella degli altri.

Sul palco si alterneranno ospiti eccezionali che condivideranno le loro storie, i loro insight e strumenti pratici per coltivare l’ispirazione nella vita quotidiana e professionale. Sarà un’occasione unica per lasciarsi ispirare e per imparare a ispirare a propria volta.

E tu? Ti fidi delle tue intuizioni? Dove cerchi ispirazione quando ne hai bisogno?

Aspetto di leggere le tue riflessioni nei commenti e non vedo davvero l’ora di vederti ai BeMore Days di novembre per potere scambiare due chiacchiere su ciò che ti ispira veramente.

Assicurati il tuo biglietto qui: https://bemoredays.it/ 🙂

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